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Biorisonanza. Conoscere e trattare il corpo umano con “Coerenza”

La Biorisonanza è una terapia della medicina olistica biologica volta prevalentemente a esaminare la persona nel suo insieme e non a valutare gli organi presi singolarmente. Viene utilizzata sia per diagnosticare eventuali patologie che per curarle.

È una terapia che impiega a scopo terapeutico le frequenze elettromagnetiche generate dalle cellule del corpo del paziente per ripristinare il corretto funzionamento del corpo.

Questa terapia stimola il corpo a ritrovare il proprio equilibrio energetico e ad auto regolarsi, così facendo vengono innescati processi di autoguarigione dalle malattie grazie all’eliminazione di interferenze causate da fattori esterni o da squilibri interni.

Dalla Medicina Integrativa Informazionale – MII, sappiamo che: “Tutte le forme esistenti sono tenute insieme e governate da campi di energia elettromagnetica, che a loro volta vengono predisposti da campi informazionali che hanno la peculiarità di portare le informazioni riguardanti il modo nel quale la materia deve strutturarsi”.

Il Premio Nobel per la fisica C. Rubbia nel 1984, dimostrava che solo la miliardesima parte di noi è pura materia, il resto sono fotoni (bio-fotoni, energia e informazioni)per cui se si continua a considerare solo la materia (come nella chimica e farmacopea), si comprende solo un miliardesimo della realtà, della biologia e della salute! Tutte le cause del comportamento della materia sono da vedere nella interazione tra fotoni e materia, interazione che è data dai campi. 

Il blocco energetico è ben spiegato (www.istitutobiofisicainformazionale.it), attraverso una scienza abbastanza recente, definita Biofisica, che sta arrivando a dimostrare processi fisiologici ed elettrici organici che vanno in questo senso. Sembra si tratti dell’esistenza appunto di un sistema fluido-liquido formato da tutte le parti che costituiscono il corpo e che mette in relazione percezione, movimento e guarigione e che quindi una disarmonia bio-chimica è causata da una disarmonia energetica o elettromagnetica.

L’esistenza di questo sistema spiegherebbe come è possibile che il cervello sia raggiunto da uno stimolo proveniente dal piede in un tempo così infinitamente esiguo, fenomeno che, come è stato dimostrato, la dottrina della conduzione nervosa non può spiegare. Tutto, cioè, è fortemente interconnesso e ci porta verso la spiegazione di che cosa sia da un punto di vista biofisico ed energetico un blocco energetico.

Le cellule sono immerse in una matrice energetica olografica dove ogni parte è in grado di influenzare tutte le altre. Le informazioni possono essere comunicate mediante numerose modalità fra cui i fotoni di luce ultravioletta e visibile, suono, vibrazioni cellulari a risonanza multipla, onde di densità di carica e potenziali quantici. Lo squilibrio e la disarmonia emozionale, dovuta al conflitto esistenziale vissuto attraverso un’esperienza, genera una specie di collasso energetico nella zona coinvolta a livello psicosomatico e il blocco energetico risultante, o la tensione muscolare, nel caso meno grave, ne è una manifestazione palese.

Per quanto detto fino ad ora e in base alla nostra esperienza, i conflitti psicologici e meglio ancora, psicosomatici, non elaborati sono le più frequenti cause di malattia o malessere.

Molte delle persone che da tempo si sentono poco bene hanno dei conflitti di questo tipo. Tali conflitti si svolgono perlopiù nell’ombra e spesso purtroppo non vengono né riconosciuti nel modo giusto né trattati con l’intensità necessaria. I conflitti sono quasi sempre una delle cause principali di casi problematici come le malattie croniche, le difficoltà nell’educazione dei bambini e i disturbi dello stato psicofisico, spesso inspiegabili. Solo dopo aver riconosciuto e risolto questi conflitti, possono mettersi in moto dei processi di guarigione efficaci e durevoli. In questo modo vengono spesso sciolti dei blocchi e solo allora le cure cominciano ad essere realmente efficaci. Grazie allo scioglimento dei conflitti non si verifica soltanto la guarigione delle malattie, ma la maggior parte delle persone sperimenta un cambiamento globale verso il positivo, si sente più vitale e con una maggior gioia di vivere.

Le persone diventano inoltre sempre più centrate a livello mentale e se vogliamo spirituale, riuscendo così ad esercitare un miglior controllo sulla propria vita e a sviluppare una sempre maggiore autostima.

Secondo gli studi del Neuropsichiatra Reich l’uomo è prigioniero di una “corazza” muscolare e caratteriale formata da tutti quegli atteggiamenti sviluppati dall’individuo per bloccare il corso delle emozioni e delle sensazioni organiche. L’energia si blocca in alcune parti del corpo che diventano sede di tensioni e conflitti emotivi.

3D medical background with a male figure with brain and DNA strands

Con il tempo la corazza si rivela un impedimento al raggiungimento della propria identità e di una vera creatività, perché lo stato cronico di contrazione muscolare aumenta l’indurimento del carattere, riducendo la comunicabilità, l’amore e la percezione del piacere di vivere.

Questa corazza si accentua di anno in anno per le tensioni che si accumulano, e non è certo facile riuscire a liberarsene, anzi, qualcuno non sia accorge nemmeno di averla.

Essa limita l’emotività e la libera espressione dei sentimenti e impedisce il libero scorrere dell’energia vitale.

Il corpo diviene la chiave per penetrare in ciò che viene comunemente chiamato carattere. Il carattere, tratto fondamentale della personalità, non sarebbe altro che il modo di reagire alle situazioni della vita, che si è strutturato a partire dall’infanzia. Esso rappresenta un meccanismo di protezione, la sintesi delle difese che un individuo oppone alle provocazioni del mondo.

Le emozioni restano così bloccate nel corpo e sono la rappresentazione, attraverso la tensione muscolare, il blocco energetico, dei conflitti interiori.

Possiamo rappresentare l’organismo umano come una circonferenza con un centro e un nucleo. Gli impulsi che hanno origine dal centro fluiscono verso l’esterno come onde ogni volta che l’organismo interagisce con l’ambiente. Allo stesso modo gli stimoli esterni colpiscono l’organismo che reagirà selettivamente ad essi.

In uno stato di salute e di equilibrio gli impulsi provenienti dal centro fluiscono verso il mondo esterno e gli eventi esterni raggiungono e toccano il cuore. L’uomo si relaziona con il mondo non in modo meccanico, ma con i sentimenti del cuore e l’unicità del suo essere individuale.

Quando però l’uomo diventa “corazzato”, l’armatura separa i sentimenti del nucleo dalle sensazioni periferiche, rompendo l’unità dell’organismo. La corazza è come un muro, per raggiungere l’unità bisognerebbe cercare di scavalcare continuamente questo muro.

La malattia è quindi una disarmonia o lesione del campo, una perdita del livello organizzativo conseguente ad una caduta di informazione.

In questo contesto facciamo presente che il  NANDA  (NANDA International, fino al 2002 nota come North American Nursing Diagnosis Association, è un’associazione professionale dedita alla definizione e standardizzazione delle diagnosi infermieristiche), ha appositamente coniato la diagnosi infermieristica “Disturbo del campo di energia” , definita come una “grave alterazione del flusso di energia che sta intorno all’essere della persona con conseguente disarmonia del corpo, della mente e/o dello spirito”.

Attraverso sofisticati apparecchi è possibile effettuare test e terapie complementari in maniera sicura, specifica e volta alla risoluzione delle cause, senza andare incontro alle controindicazioni e problematiche tipiche delle terapie allopatiche. È perfettamente integrabile con la medicina tradizionale.

Storia di questa disciplina

Nel 1977 il medico tedesco Franz Morell capì per la prima volta l’importanza di intervenire direttamente sul livello di controllo bioenergetico anziché agire solo con trattamenti farmaceutici.

Il medico iniziò ad esprimere la sua teoria sulla base della quale la guarigione può essere ottenuta più che intervenendo fisicamente e chimicamente sul corpo, intervenendo sull’energia, cioè sfruttando proprio i campi elettromagnetici emessi dal corpo del paziente.

In quegli anni che Morell realizza il primo apparecchio di biorisonanza in grado di captare proprio le oscillazioni del campo elettromagnetico del corpo umano e di tradurle in impulsi che possano fornire indicazioni dal punto di vista terapeutico. Un filtro era in grado di separare le frequenze fisiologiche sane da quelle patologiche.

Le prime servono da spia per indicare quali interventi terapeutici mirati adottare.

A nostro avviso, tra le tante apparecchiature di Biorisonanza presenti, prediligiamo quelle che lavorano possibilmente sulla frequenza dell’acqua e non quelle iper specializzate che hanno una frequenza per qualsiasi cosa.

Questo perché la iperspecializzazione porta sempre ad un lavoro selettivo e non comporta una visione d’insieme: è la banale sostituzione del farmaco con una frequenza.

Lavorare sulla frequenza dell’acqua invece significa lavorare sulla matrice extracellulare.

La matrice extracellulare è la grande dimenticata nell’ambito della composizione corporea ma riveste un ruolo centrale in gran parte dei processi metabolici tra l’ambiente intra ed extracellulare. Le cellule non sono le uniche costituenti dei tessuti perché si trovano “immerse” in questa matrice che riempie lo spazio tra le cellule mantenendo forma e funzione del tessuto che compone. Oltre alla funzione di sostegno, la matrice extracellulare è coinvolta nei processi di comunicazione, proliferazione e sviluppo dei tessuti con cui viene a contatto. È una struttura molto complessa costituita da più componenti:

  • Proteine strutturali: come l’elastina, la laminina e soprattutto il collagene con cui viene definito un insieme di proteine che formano fibre extracellulari praticamente in ogni tessuto, differenziandosi in base alle necessità funzionali. Ad esempio nei tendini le fibre di collagene sono spesse e raggruppate in fasci in modo da fornire resistenza alla trazione mentre nelle ossa si aggrega al calcio per conferire solidità strutturale.
  • Proteoglicani: le proteine strutturali della matrice sono immerse in un gel formato da proteoglicani e GAG. I proteoglicani sono grosse molecole che si legano bene all’acqua e regolano il trasporto di acqua e elettroliti consentendo gli scambi con le cellule confinanti. Il reticolo che ne risulta funziona anche da filtro che facilita il passaggio di alcune sostanze e impedisce il passaggio di altre. Svolgono anche funzioni strutturali, conferendo rigidità e stabilità al tessuto che compongono motivo per cui sono abbondanti nelle cartilagini articolari o nei dischi intervertebrali
  • Glicosaminoglicani (GAG): di cui l’acido ialuronico è il più diffuso. La loro funzione è quella di legarsi all’acqua, giocando un ruolo importante nel regolare la viscosità e la permeabilità della matrice extracellulare, impedendo la diffusione di batteri o altre sostanze in caso di infiammazione localizzata. Costituiscono la cartilagine ialina e il liquido sinoviale dove svolgono un’azione lubrificante
  • Proteine specializzate: tra cui la fibronectina, la condronectina e l’osteonectina (con funzione di sostegno e di aggregazione) e l’elastina, che conferisce elasticità in tessuti come le arterie o i legamenti che subiscono continuamente distensioni e contrazioni.

Ricapitolando, la Matrice Extracellulare è principalmente composta da acqua, proteine e altre sostanze e la si ritrova in quasi tutti i tessuti corporei. L’importanza della matrice sta proprio nel suo essere ubiquitaria componendo, o essendo a contatto, con ogni tessuto dell’organismo. L’osso, il sistema nervoso, i muscoli o il sangue sono tessuti diversi formati da cellule e matrice extracellulare che avrà una struttura più o meno fluida a seconda della funzione da assolvere.

Inoltre, la Matrice Extracellulare, quando è sana, è fluida. Quando la Matrice è intossicata, diventa più compatta, più rigida. A questo punto la comunicazione tra le altre cellule diventa complicata. Per ripristinare il lavoro cellulare, dovremo disintossicarci dalle tossine.

Ecco qui che entra in gioco l’apparecchio di Biorisonanza Aquatone specifico per la pulizia della Matrice Extracellulare (ovviamente ha anche un uso localizzato). Di questo apparecchio mi limito a dire che è previsto un trattamento specifico per la Matrice Extracellulare della durata di 2 settimane che diventa la base sui cui affrontare i malesseri cronici in modo particolare.

Un altro motivo per cui consigliamo l’uso di Aquatone, è che in questo contesto l’Operatore Professionista diviene un facilitatore del Benessere personale aiutando magari il paziente a comprendere la causa del suo stato d’essere, introducendolo in un Percorso di Consapevolezza.

Questo consente di liberarsi dalla dipendenza stessa dell’Operatore Professionista che va visto come uno strumento momentaneo di supporto in un momento difficile della nostra vita.

In questo contesto gli Operatori del Metodo Summa Aurea® (https://it.aiosa.org/), sono predisposti proprio per affiancare il paziente/cliente e accompagnarlo nel proprio processo di guarigione, aiutandolo quindi a comprendere le cause del malessere per evitare di ricaderci.

Riferimenti

https://www.scienzebiofisiche.it/la-medicina-quantistica-istruzioni-per-luso/

https://it.aiosa.org/

Percorso per Operatore di Medicina Integrativa Informazionale (MII) Avanzato ad indirizzo Bioenergetico secondo il Metodo Summa Aurea® (vedi: www.istitutobiofisicainformazionale.it)

Qui in basso potrai trovare i nostri Operatori di Medicina Integrativa Informazionale e Biorisonanza a cui potrai rivolgerti con fiducia.

Autore
Roberto Fabbroni
Fondatore del Metodo Summa Aurea

Presidente di A.I.O.S.A. e Dir. Scientifico I.B.I.

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