Il credere in maniera profonda in qualcosa, inevitabilmente, ci porta ad agire coerentemente a ad essa.
L’insieme di condizionamenti e di credenze che la nostra mente ha assimilato durante la vita o abbiamo insito in noi a livello genetico ed epigenetico, caratterizza le nostre modalità di reagire e agire in determinate circostanze. In un certo senso le credenze e i condizionamenti sono divenuti il nostro comportamento abituale di fronte alle situazioni che ci si presentano nella vita.
Questo insieme d’informazioni è presente nella memoria inconscia.
Andiamo ora a vedere come la ricerca scientifica spiega come questi ricordi si rinforzino nel tempo e della difficoltà quindi che si ha nel cambiare il comportamento appreso.
Per comprendere la situazione che stiamo analizzando ci viene in aiuto lo studio sulle Onde Cerebrali ed in particolare delle Onde Lente (SWS) o Onde Delta.
Vediamone meglio le particolarità.
- La vostra età influenza il livello dei ritmi delta. In generale, più la persona è giovane più alta sarà la sua attività delta. Con gli anni l’attività delta diminuisce. Quanto ai neonati, loro hanno la dominanza delle onde basse solamente per il fatto dell’insufficiente sviluppo del cervello che non può ancora assicurare il pensiero cosciente. Man mano che il bambino cresce e il suo cervello si sviluppa, l’attività delta decresce e i suoi ritmi cerebrali si accelerano. Negli adolescenti l’attività delta si abbassa del circa 25%. Negli anziani l’attività delta potrebbe non sorgere nemmeno durante il sonno oppure essere molto debole. Perciò agli anziani è molto utile una stimolazione delta prima di dormire.
- Le differenze del genere. In media, le donne hanno l’attività delta maggiore rispetto agli uomini. Ciò è valido per tutti i mammiferi, ma le differenze visibili, di regola, si manifestano soltanto nei giovani adulti (30-40 anni). Gli uomini manifestano l’attività delta più debole.
- La generazione dei ritmi delta. Il ritmo delta è generato nel talamo o nella corteccia cerebrale. Durante il sonno le onde delta di regola dominano nell’emisfero destro del cervello.
Lo stato delta è quindi fondamentale nei processi di interiorizzazione che ci permettono di divenire Consapevoli.
La “Consapevolezza, come stato d’essere che emerge dal prestare attenzione di proposito, nel momento presente e senza giudizio, scevri quindi da ogni tipo di emozione, allo scorrere dell’esperienza, momento dopo momento”, consente l’apertura del cuore e una connessione animica significativa.
Infatti essendo la consapevolezza un processo di interiorizzazione esso può avvenire solo quando attiviamo un meccanismo percettivo rivolto verso l’interno e ciò può avvenire quando attiviamo uno stato di coscienza cerebrale più calmo e rilassato.
Analizziamo ora meglio la mente inconscia, la più primitiva di tutte (conscia e subconscia) e la possibilità, grazie allo stato delta, di potervi accedere.
È quella che immagazzina tutte quelle esperienze vissute dalla nostra specie nei suoi milioni di anni di esistenza. È quella incaricata di gestire questioni fisiologiche tali come la respirazione, per citare l’esempio più lampante. Si può facilmente controllare la respirazione in modo conscio, aumentarla, diminuirla o trattenerla in qualsiasi momento. Ma quando non lo si fa, essendo occupati in tante altre faccende, la mente inconscia prende il controllo e permette la nostra sopravvivenza.
Quando si sta dormendo, ad esempio, non si pensa a respirare, perché semplicemente la mente conscia è dopata. Sta vivendo nella trance che le altre due menti le hanno imposto, con l’obiettivo di offrire riposo al corpo e –come si è scoperto di recente– consolidare le memorie a lungo termine (la vera funzione del dormire) (Rasch, B., & Born, J., 2013).
In sintesi. Mentre dormiamo, l’ippocampo si riattiva spontaneamente e inizia ad inviare informazioni alla corteccia celebrale. Questo scambio di informazioni, è spesso seguito da un periodo di silenzio chiamato, appunto, onde delta. Il meccanismo viene regolato da un’attività ritmica chiamata “fuso del sonno “, che compare all’inizio dello stadio 2 del sonno. È in questo modo che i circuiti corticali si riorganizzano per formare memorie stabili.
I ricercatori hanno esaminato più da vicino cosa succede durante il sonno profondo e hanno scoperto che la corteccia celebrale non è del tutto silenziosa, ma che alcuni neuroni rimangono attivi e formano assiemi, ovvero piccoli insiemi coattivi che codificano le informazioni. Questa osservazione inaspettata suggerisce che il piccolo numero di neuroni che si attivano quando tutti gli altri rimangono in silenzio, possono eseguire calcoli importanti mentre sono protetti da possibili disturbi.
È stato inoltre scoperto che le riattivazioni spontanee dell’ippocampo, determinano quali neuroni corticali rimangono attivi durante le onde delta e rivelano la trasmissione di informazioni tra le due strutture cerebrali. Inoltre, gli assiemi attivati durante le onde delta sono formati da neuroni che hanno partecipato all’apprendimento di un compito di memoria spaziale durante il giorno.
Quindi, questi elementi insieme, suggeriscono che questi processi sono coinvolti nel consolidamento della memoria. Questi risultati cambiano sostanzialmente il modo in cui percepiamo la corteccia celebrale. Le onde delta sono quindi un mezzo per isolare selettivamente insiemi di neuroni scelti, che inviano informazioni cruciali tra i periodi di dialogo ippocampo-corticale e la riorganizzazione dei circuiti corticali, per formare memorie a lungo termine.
Quindi, la mente inconscia, è quella che ad esempio ci fa chiudere le palpebre quando avvertiamo un pericolo potenziale che si avvicina rapidamente. O quella che fa alzare il braccio a proteggersi per evitare un colpo in faccia. In definitiva è una mente reattiva le cui azioni derivano da milioni, miliardi di anni di esperienze.
Inconsciamente realizziamo tutti i tipi di cose che oggi si potrebbero considerare obsolete, rispetto allo sviluppo che ha avuto la specie umana.
È anche la mente che ci permette di farci sentire piacere o dolore. È lei che è incaricata di centrarci nella nostra zona di comfort e di allontanarci dai dispiaceri della vita.
Cercare di comunicare con questa mente, fino a cambiare la sua forma di dominare le nostre azioni, è l’esercizio più difficile in assoluto, dato che le sue funzioni sono determinate geneticamente, in modo molto forte ed a seguito di milioni di anni di apprendimento ed errori.
Questa situazione è quella che fa rimanere le credenze e i condizionamenti spesso ancora vive in noi anche quando arriviamo a comprenderne la causa.
Le menti non consce, hanno le seguenti funzioni:
- Gestione delle azioni e pensieri involontari
- Custodire le emozioni, che si manifestano involontariamente
- Custodire la memoria inconscia
- Custodire le credenze inconsce
- Gestione della creatività e dell’attività onirica
- Immagazzinare istinti e impulsi
- Gestione dell’intuito
A questo punto bisogna parlare dei sintomi psicosomatici che coinvolgono il sistema nervoso autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress.
Le emozioni negative, come il risentimento, il rimpianto e la preoccupazione possono mantenere il sistema nervoso autonomo (sistema simpatico), in uno stato di eccitazione, nonché il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare.
I pensieri troppo angosciosi, quindi, possono mantenere il sistema nervoso autonomo in uno stato di attivazione persistente il quale può provocare dei danni agli organi più deboli.
Questo stato d’essere alterato, lo stress, favorisce l’acquisizione e quindi la memorizzazioni di comportamenti condizionanti o il risveglio di memorie sopite che riprendono vitalità e ciò crea dei blocchi somatici ed energetici.
Che cos’è lo Stress?
Formalmente si definisce stress una reazione che si manifesta quando una persona percepisce uno squilibrio tra le sollecitazioni ricevute e le risorse a disposizione. Si tratta, precisamente, di una sindrome generale di adattamento (SGA) atta a ristabilire un nuovo equilibrio interno (omeostasi) in seguito a fattori di stress (stressors).
Dal punto di vista fisiologico quando un tessuto è stressato significa che i potenziali elettrici delle membrane cellulari che lo costituiscono sono alterati.
In termini semplici possiamo paragonare ogni cellula alla batteria del nostro telefonino: quando si scarica, l’apparato emette segnali d’avvertimento, se non provvediamo alla ricarica il telefonino smette di funzionare.
Analogamente nelle nostre cellule con una bassa carica elettrica diminuisce anche la capacità di nutrirsi e di espellere le tossine. Durante questo processo sono lanciati segnali d’allarme che il nostro cervello interpreta come sintomi.
L’invecchiamento, i traumi, la presenza di virus, batteri e tossine o la formazione di radicali liberi possono costituire la causa dell’alterazione dei potenziali elettrici. Quando ciò accade il corpo perde la capacità d’autoriparazione e compare dolore, infiammazione, calo dell’efficienza e sintomi vari.
Lo stress (quello cronico, negativo) produce tra l’altro, infatti, il colesterolo (quello negativo, LDL), che a lungo andare danneggia le arterie. Ma il maggior problema delle malattie cardiocircolatorie – oggi è stato accertato – non è tanto il cortisolo quanto una condizione emotiva alterata, nonché l’ansia, l’infiammazione e il disfunzionamento del sistema neurovegetativo.
L’Analisi Bioenergetica che è una psicoterapia a mediazione corporea, rende molto bene l’idea di che cosi sia il blocco somatico ed energetico.
Fu fondata in America negli anni cinquanta, da Alexander Lowen, brillante allievo di Wilhem Reich, da cui Lowen parte sistematizzando e ampliando alcuni dei principali concetti somatici del suo maestro.
Basandosi infatti sulla tesi dell’identità funzionale tra l’atteggiamento fisico di una persona e la struttura del suo io sottolinea come l’organismo umano funzioni come un tutto ed i versanti psichico e somatico sono solo funzioni apparentemente indipendenti ma di fatto strettamente correlate della funzione energetica globale.
Le tensioni muscolari croniche rappresentano la controparte fisica di conflitti psichici, attraverso di esse i conflitti si strutturano nel corpo sotto forma di restrizione del respiro e limitazione della motilità. Si tratta di tensioni che si sviluppano lentamente, attraverso esperienze traumatiche ripetute della prima infanzia, e si cronicizzato diventando parte inconsapevole della struttura corporea e del modo di essere di ognuno. Si perde pertanto del tutto la consapevolezza del loro significato, del perché si siano sviluppate e del come potersene liberare.
La memoria dei condizionamenti è presente nelle cellule del nostro corpo quindi e se anche comprendiamo il problema l’informazione in noi permane.
I tentativi consci di modificare l’ecosistema non-conscio, sono destinati infatti per lo più a fallire mentre invece diviene di vitale importanza la riprogrammazione della parte conscia attraverso il rimodellamento evolutivo della parte inconscia e subconscia.
L’importanza di poter conoscere e padroneggiare lo stato delta quindi, consente un profondo lavoro di rimodulazione del nostro sistema di credenze e condizionamenti che si è radicato in noi nel tempo, consentendoci quindi di agire con maggiore Consapevolezza, migliorando la qualità della nostra vita relazionale.
Le tecniche bioenergetiche del Metodo Summa Aurea® sono in grado di Riprogrammare l’informazione cellulare perché portano la persona in uno stato modificato di coscienza da cosciente: in onde delta.
In questo stato che è lo stesso in cui avviene la memorizzazione si può agire con la deprogrammazione, dato che la memorizzazione è ciò che in fisica viene definita come collasso d’onda. L’azione di Riprogrammazione avviene quindi nello stesso stato in cui c’è la programmazione e avviene con gli stessi principi: a livello energetico.
Quindi attraverso il Metodo Summa Aurea® si creano le condizioni per ripulire le cellule dalle informazioni depotenzianti e poi a livello energetico si iscrivono nuove informazioni che vanno a bilanciere le vecchie credenze, liberandosi, a livello cognitivo dello schema comportamentale costituito.
Questo argomento viene affrontato in modo esplicito all’interno del Metodo Summa Aurea®.
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