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L’Aromaterapia Bioenergetica Informazionale come ponte sottile tra piante e uomo

Gli oli essenziali sono miscele di composti naturali aromatici (profumati), prodotti dal metabolismo secondario della pianta, cioè dall’insieme di quelle reazioni chimiche finalizzate a produrre sostanze che non servono alla pianta per crescere, ma per interagire con l’ambiente circostante.

Sono prodotti nel citoplasma di cellule secretorie altamente specializzate, organizzate in strutture ghiandolari e possono poi essere stoccati in diverse porzioni della pianta (foglie, fiori, radici, scorze, semi, frutti, legno), sia in strutture secretorie sia interne (come sacche, dotti, canali, quando hanno la funzione per esempio di proteggere da batteri, funghi o erbivori), sia esterne (come peli o filamenti, per attrarre insetti impollinatori o respingere predatori).

Sono liquidi di diverso colore e densità, oleosi, ma a differenza degli oli vegetali sono leggeri e volatili. Sono più leggeri dell’acqua e non idrosolubili, sono lipofili, solubili sia in alcol che in sostanze grasse. Sono caratterizzati da un’estrema varietà di molecole, se ne conoscono più di 10 mila diverse e ciascun olio è costituito mediamente da 100 a 400 diversi composti. Si possono quindi definire miscele odorose straordinariamente complesse. Tra le classi di composti più comuni ci sono: monoterpeni, sesquiterpeni, alcoli, acidi, ossidi, fenoli ed eteri fenolici, aldeidi aromatiche, aldeidi alifatiche, esteri, chetoni, lattoni e cumarine composti azotati e solforati.

Si estraggono con processi d’estrazione più o meno complessi, come la spremitura a freddo, la distillazione in corrente di vapore, l’estrazione con alcol o anidride carbonica o solventi vari; ma l’essenza della pianta, ovvero le frazioni aromatiche in essa contenute, non saranno completamente sovrapponibili in composizione chimica agli oli essenziali ottenuti, in quanto le varie tecniche di estrazione permettono di ottenere un estratto fitochimico selettivo solo per un certo numero di sostanze, che dipenderà dalle diverse condizioni d’estrazione.

Da qui, la grande importanza del metodo d’estrazione e dalla serietà dell’azienda che tratta il processo, per poter garantire una certa riproducibilità del prodotto ed una sua qualità stabile nel tempo. Nell’uso in Aromaterapia, è necessario che gli oli siano naturali e puri al 100% e che su ciascun lotto siano eseguite analisi gascromatografiche, per verificarne la precisa composizione e la differenziazione del chemotipo (cioè la molecola chimica che caratterizza quell’olio essenziale

In Aromaterapia gli oli essenziali devono rispondere a standard di sicurezza, bisogna quindi verificare che siano rispettate certe regole che permettono di garantirla, come pretendere dalle aziende produttrici una precisa ed esauriente etichettatura, una corretta conservazione, la segnalazione chiara delle controindicazioni e l’indicazione puntuale delle modalità di utilizzo, nonché dei dosaggi consigliati e massimi consentiti.

Inoltre gli oli essenziali, vista la loro complessità ed il contenuto di sostanze potenzialmente pericolose per la salute, vanno utilizzati da personale preparato, che ne conosce caratteristiche e rischi in modo approfondito; questa è la più importante garanzia di sicurezza.

L’uso degli oli essenziali risale alla notte dei tempi e tutte le grandi civiltà del passato hanno lasciato tracce da cui risulta evidente l’utilizzo degli oli essenziali.

Intorno al 1800, con l’avvento della medicina di sintesi, più economica e facilmente replicabile, aromaterapia e fitoterapia vengono accantonate e quasi dimenticate fino a quasi i giorni nostri.

A recuperare quest’antica sapienza, ci pensa un chimico francese, René Maurice Gattefossé, che conia anche il termine “aromaterapia” nel 1928, con la pubblicazione un libro che ne descriveva gli utilizzi (“Aromatherapie: les huiles essenziales, hormones végétales”).

Si narra che si procurò una grave ustione lavorando nel suo laboratorio di chimica e, senza pensarci, immerse la mano in una bacinella piena di olio essenziale di lavanda. Con suo stupore, ne ebbe un sollievo istantaneo e cominciò così a studiare le varie proprietà degli oli essenziali.

Il lavoro di Gattefossé viene continuato e completato dalle opere di Valnet, Franchomme e Pheneol, pionieri della scuola francese, che predilige l’assunzione orale, come metodo per veicolare gli oli all’interno del corpo: cioè, attraverso il sistema digerente, vengono assorbiti e metabolizzati.

La scuola inglese, con Robert B. Tisserand, invece predilige il massaggio, diluendoli in oli vegetali.

La scuola tedesca, rappresentata essenzialmente dai lavori di Kurt Schnaubelt, indica l’inalazione come migliore sistema di utilizzo; con l’olfazione raggiunge direttamente e rapidamente il sistema nervoso.

Gli oli essenziali sono entità complesse che svolgono contemporaneamente un’azione sui diversi piani della salute della persona: quello fisico, quello mentale/psichico e quello animico/energetico e, per quanto sia impossibile separane gli effetti, per un maggiore approfondimento di ciascun livello, si distinguono tre aree di studio ed applicazione.

L’aromaterapia applicata lavora sul piano fisico, sul corpo. Si utilizza per risolvere disturbi fisici. Agisce a livello molecolare per mezzo dei principi attivi degli oli, i chemotipi. La via di somministrazione principale è quella orale, normalmente in dose ponderale o in microdosi. Si utilizza anche l’applicazione topica, se si vuole lavorare sulla pelle e su una zona localizzata.

La psicoaroma terapia lavora sul piano mentale/emozionale, quindi sulla mente e sulla psiche. Vista la forte connessione tra olfatto e psiche, si predilige la via olfattiva. Si utilizzano anche le microdosi e l’applicazione topica, ma con diluizioni maggiori rispetto all’aromaterapia applicata.

L’aromaterapia sottile o energetico-vibrazionale lavora sul piano sottile o vibrazionale o animico. Si utilizza l’applicazione topica su punti o zone specifiche (chakra, punti di agopuntura, punti d’impulso, ecc.) diluiti in olio vegetale a concentrazione molto basse, che normalmente non superano il 2%. Altro metodo usato è la diffusione ambientale. Per risonanza, la loro frequenza vibratoria riporta equilibrio nella nostra vibrazione; gli oli ci portano la loro informazione di salute.

L’olio essenziale è estratto con un processo alchemico di sublimazione dell’essenza della pianta. Contiene la VIBRAZIONE della pianta, che esprime le sue caratteristiche archetipali, è legata profondamente alle sue origini, alla sua evoluzione, agli adattamenti assunti, nel corso delle ere, all’ambiente in cui si è sviluppata e vive. In sintesi, l’olio essenziale ci racconta e porta fino a noi il messaggio essenziale di quella pianta! Possiamo tentare di sintetizzare questo messaggio con una parola chiave.

Prendiamo ad esempio gli agrumi: hanno la caratteristica comune di essere estratti dalla scorza del frutto, cioè un involucro protettivo che racchiude un succo prezioso… quindi, per analogia, questi oli lavorano per conservare e proteggere le nostre qualità. Ma ciascun agrume ci porterà un’energia ed un messaggio vibrazionale diverso.

Il Limone, col suo aroma stimolante, è l’attivatore della nostra energia, lavora soprattutto sull’emisfero sinistro e su tutte le facoltà legate più alla logica ed al raziocinio. Accresce l’autostima, la fiducia in noi stessi e migliora le nostre capacità di problem solving, dando un ordine logico sequenziale al ragionamento. Combatte l’astenia e l’indecisione e aiuta la memorizzazione.

L’Arancio invece, col suo aroma più dolce e rotondo, stimola di più l’emisfero destro del cervello, legato alla creatività ed alla spontaneità. Il suo messaggio è di risveglio della gioia di vivere, legato alla semplicità di un sorriso, porta ottimismo ed è un antidoto all’insoddisfazione, all’eccesso di perfezionismo e all’apatia.

Il Mandarino è un olio magico, perché appartiene al modo dell’infanzia, parla di condivisione, la sua parola chiave è l’abbraccio. Può essere diffuso negli asili quando i bimbi giocano, donando un’atmosfera di collaborazione. Utile anche per favorire lo scambio in un gruppo di lavoro, e parlandoci di tolleranza ed accettazione, è prezioso anche in quegli ambienti che sono preposti ad accogliere i profughi stranieri. Si utilizza anche per lenire con dolcezza i traumi dell’infanzia.

Il Bergamotto, frutto tipico della nostra Calabria (se ne produce di più qui che nel resto del mondo), porta con sé le caratteristiche di questa bellissima aspra e generosa terra. Solleva le energie, infonde speranza, combatte ansia e depressione e favorisce lo scambio.

Anche la parte della pianta dalla quale viene estratto l’olio essenziale porta con sé un’impronta vibrazionale tipica. Quindi il messaggio varia anche a seconda della morfologia.

Per esempio, dall’albero dell’arancio amaro si estraggono tre diversi oli essenziali da tre parti diverse della pianta e che hanno vibrazioni e significati e quindi usi completamente diversi.

Dalle scorze, si estrae l’olio essenziale di ARANCIO AMARO. La scorza protegge e contiene un frutto succoso (i nostri doni e talenti, come la creatività); è un olio che armonizza le nostre risorse interiori.

Dai fiori, si estrae l’olio essenziale di NEROLI. I fiori sono l’organo della pianta deputato alla riproduzione, simboleggiano la manifestazione di sé, la seduzione, l’attrazione, il richiamo, il fascino, ma anche l’inganno. L’invito dei fiori è di sperimentare le sensazioni. Il Neroli è un olio che riconnette con l’alto sé, con l’amore per se stessi e per la bellezza.

Dalle foglie e rametti, si estrae l’olio essenziale di PETIT GRAIN. Le foglie parlano di scambio con l’esterno, secondo una precisa procedura ben definita, sono espansive e ricettive. I rametti trasportano le sostanze necessarie alla pianta, ci parlano di resilienza e flessibilità. Il messaggio del Petit grain è quello di dare un giusto peso al proprio senso di responsabilità senza incolpare gli altri dei propri errori, ma anche senza sentirsi sopraffatti dalle responsabilità, vivendole con la gioia dell’arancio e la bellezza del Neroli.

I composti stessi, rappresentativi di ciascun olio essenziale, sono caratterizzati da una vibrazione ed incarnano un archetipo. Analizzando questa tabella, vediamo elencati solo alcuni dei composti più comunemente presenti negli oli essenziali; la loro formula di struttura ci dà un’idea di come siano orientati nello spazio e del tipo di energia/informazione che questa composizione e struttura porta con sé.

I fenoli incarnano l’archetipo dei guerrieri, dei distruttori, dei bombaroli. La loro azione è dirompente. Sono pericolosi, aggressivi, ma evidenti, chiari e limpidi nella loro azione. Rumorosi e lasciano distruzione e macerie dietro di sé.

I chetoni sono combattenti altrettanto efficaci, ma hanno una modalità d’azione ed un’impronta energetica completamente diversa. Sono gli strateghi, agiscono dietro le quinte, non si fanno notare, sono discreti, non si espongono, ma pianificano per poi agire determinati. Maestri nel travestimento, si insinuano in modo subdolo e poi distruggono, come un avvelenatore.

Gli alcoli sono i mediatori, amano armonia, diplomazia e compromesso. Aiutano a mettere insieme chi non si sopporta, composti anche molto diversi, fanno da ponte.

I monoterpeni incarnano l’archetipo dei bravi ragazzi. Sono attivi e dinamici, leggeri, giovani e non hanno una loro visione, ma sentono il bisogno di seguire un leader (fenolo o chetone…).

I sesquiterpeni sono i saggi. Sono lenti, riflessivi, tradizionali, radicati, preservano e mantengono.

Questi sono solo alcuni esempi di come un composto possa esprimere un’identità vibrazionale.

Si potranno approfondire tutti questi temi all’interno dei corsi dedicati all’aromaterapia, organizzati dall’UNIPOPMII (Università Popolare di Medicina Integrativa Informazionale), sia all’interno della formazione triennale, sia nei master postuniversitari.

Per concludere: l’Aromaterapia è uno strumento estremamente complesso, ma estremamente potente, richiede una profonda conoscenza sia degli oli essenziali, sia della persona che intendiamo supportare.

Per questo motivo, è difficile confinare l’Aromaterapia in protocolli d’azione (tanto più ci si sposta dall’Aromaterapia applicata a quella Sottile). Richiede profonda sensibilità e capacità d’ascolto, prima di tutto rivolta verso sé stessi, prima ancora che verso gli altri. Queste considerazioni doverose non devono però spaventare i terapeuti e farci rinunciare ad impiegare questa immensa e preziosa risorsa. Anzi, gli oli, con il loro approccio alla salute, restituiscono al rapporto terapeuta/paziente il posto dovuto, lontano dalla massificazione e generalizzazione della cura; ciò non deve essere visto come un limite, ma come un’evoluzione, in direzione del riappropriarsi della dimensione umana, che non significa perdere in competenza e serietà. Ecco perché ritengo estremamente importante formare i medici e gli operatori della salute, che intendono avvalersi di questo prezioso strumento, in modo serio ed approfondito e su più livelli. Per quanto riguarda nello specifico il terapeuta in Aromaterapia sottile, deve necessariamente acquisire la capacità d’ascolto e l’empatia necessaria a cogliere la vibrazione in disequilibrio ed essere in grado di metterla in risonanza con l’informazione portata dagli oli (singoli o sapientemente miscelati). Per il paziente diventa così il ritorno al suo personalissimo equilibrio ed un percorso evolutivo verso la guarigione in senso lato.

Questa è, secondo il mio modesto parere, la direzione che dovrebbe prendere la NUOVA MEDICINA.

Autrice

Dr.ssa Stefania Riotti,
Biologa, Naturopata, Specializzata in Aromaterapia, Cromopuntrice

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