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Manipolazioni Vertebrali

EFFICACIA, CONTROINDICAZIONI,  APPROCCIO INTEGRATO E INTEGRATIVO INFORMAZIONALE

Le manipolazioni vertebrali sono tecniche di terapia manuale, utilizzate da più di 2000 anni fa e, ancora oggi si trovano in letteratura numerose teorie controverse per quanto riguarda la loro efficacia e  le indicazioni terapeutiche.

Sono tecniche passive, in cui non sia richiesta la partecipazione  da parte del paziente e sono definite come  “mobilizzazioni passive forzate che tendono a portare gli elementi di una o più articolazioni oltre il loro gioco fisiologico, senza superare il limite anatomico del loro movimento” (R. Maigne).

La caratteristica più conosciuta di questo tipo di tecnica è che, in seguito al rapido movimento, si  genera un crack udibile, che è l’aspetto più plateale, particolarmente ricercato dall’operatore e dal paziente, spesso erroneamente attribuito a macroscopici spostamenti articolari, o a ipotetici “riallineamenti” vertebrali.

Numerosi studi concordano sul fatto che il rumore sia, in realtà, da attribuire alla formazione di bolle gassose di azoto-ossigeno e anidride carbonica all’interno del liquido sinoviale attraverso il fenomeno della cavitazione tra le faccette articolari.

In questa zona, tra le faccette articolari, infatti si instaura una pressione inferiore nel liquido sinoviale lì presente, che favorisce la formazione di bolle, le quali successivamente implodono generando il classico rumore.

La tecnica consiste nell’eseguire dei movimenti di rotazione, di latero-flessione, di flessione o di estensione, isolati o combinati, a livello del segmento vertebrale scelto.

La regola fondamentale delle manipolazioni secondo il metodo di R. Maigne, è quella del “non dolore e del movimento contrario”.

La manipolazione è quindi un gesto terapeutico rappresentato da una manovra precisa, le cui  indicazioni e controindicazioni devono essere definite preventivamente a mezzo di un esame anamnestico ed obiettivo generale accurato e, in particolare, la ricerca meticolosa del disturbo doloroso intervertebrale minore (DDIM).

Infatti un disturbo DDIM oltre a causare dolore, determina modificazione della sensibilità e della consistenza dei tessuti nel dermatomero corrispondente al segmento vertebrale doloroso.

Queste modificazioni vanno sotto il nome di “sindrome segmentaria cellulo-teno-mialgica” (R. Maigne).

E’ utile preparare la persona all’atto manipolativo con un accurato trattamento manuale dei tessuti molli e  caute mobilizzazioni, che spesso risolvono il dolore ancor prima di arrivare alla fine del movimento nella sua massima ampiezza.

Le principali indicazioni terapeutiche per cui le manipolazioni vertebrali vengono selezionate come strumento di trattamento sono:

  • Dolore acuto, subacuto e cronico del rachide cervicale – dorsale e lombare associato a limitazione funzionale;
  • Cefalee di origine cervicale
  • Acufeni di origine cervicale

EFFETTI DELLE MANIPOLAZIONI VERTEBRALI

Gli effetti più comuni della manipolazione vertebrale che sono  stati valutati nella letteratura sono:

  • Riduzione del dolore  nella sede della manipolazione e in distretti a distanza a essa correlati:  spesso la sua diminuzione è istantanea, anche se di breve durata ed è l’obiettivo principale da parte del paziente che ricerca la risoluzione immediata della sintomatologia algica.
  • Aumento del ROM ( Range Of Motion ) articolare:  questo effetto è correlato alla riduzione della contrattura muscolare paravertebrale e migliora notevolmente la capacità di movimento e quindi la qualità di vita della persona.
  • Induzione di cambiamenti di tipo neuromuscolare:  nell’attività  dei fusi neuromuscolari e degli organi del Golgi, attraverso un aumento della frequenza  di  scarica dei neuroni afferenti con risposte neurofisiologiche di inibizione dell’attività muscolare.
  • Effetti sul sistema nervoso autonomo: modifica dell’equilibrio tra sistema orto/parasimpatico, con possibile riduzione della pressione e della frequenza cardiaca.
  • Effetti di natura psicologica

CONTROINDICAZIONI ALLE MANIPOLAZIONI VERTEBRALI

Per evitare di incorrere in gravi complicazioni in seguito all’atto manipolativo, è bene effettuare un accurato esame anamnestico-obiettivo e strumentale, per escludere le seguenti affezioni morbose:

  • Malattie neoplastiche (primitive o secondarie, benigne o maligne).
  • Malattie reumatiche.
  • Malattie infettive acute o croniche (spondilodisciti, artriti, Tbc).
  • Malattie traumatiche recenti (fratture, lussazioni, distorsioni).
  • Osteocondrosi giovanili
  • Alterazioni conseguenti a farmaci: corticosteroidi a lungo termine
  • Disturbi neurologici: compressione del midollo spinale, compressione della radice nervosa
    con aumento del deficit neurologico
  • Instabilità vertebrale: spondilolisi e spondilolistesi
  • Osteoporosi
  • Grave spondiloartrosi con presenza di osteofiti

IMPORTANZA DI UN APPROCCIO INTEGRATO

Le tecniche manipolative presentano numerosi limiti terapeutici, in quanto agiscono in maniera quasi esclusivamente sintomatica e gli effetti benefici sono spesso di breve durata, con recidive che costringono il paziente a ripetere il trattamento numerose volte per lunghi periodi di tempo.

In caso di cervicalgia, dorsalgia e lombalgia, infatti sarà utile integrare terapie locali di tipo infiltrativo (mesoterapia, omotossicologia), agopuntura,  massoterapia decontratturante; ginnastica posturale, esercizi respiratori; terapie che agiscano sulla sfera somato-emozionale (cranio-sacrale, reflessologia plantare, massaggi olistici, tecniche bioenergetiche).

E’ importante inquadrare il sintomo e valutarlo nel complesso della persona, della sua qualità di vita generale, analizzando la sua situazione fisica (altre patologie associate), le sue abitudini alimentari (sovrappeso), il grado di attività fisica, la capacità di controllo posturale, l’equilibrio psicologico, le sue interazioni e i vari conflitti familiari e lavorativi.

APPROCCIO INTEGRATIVO INFORMAZIONALE

 Il dolore vertebrale spesso si associa a uno stato di contrattura muscolare e rigidità con difficoltà nel movimento, condizioni che sono correlate a uno stato disequilibrio psico-emozionale.

Si viene a determinare un vero e proprio “blocco” su più livelli: del sistema muscolare (percepito come stato di eccessiva contrattura), del sistema osseo-posturale (alterazioni funzionali e strutturali della postura) del sistema nervoso (dolore e deficit percettivi/motori/sensitivi di tipo radicolare), del sistema respiratorio (alterate dinamiche respiratorie con rigidità e ipomobilità diaframmatica o toracica).

Si tratta di blocchi energetici e psicosomatici che nascono da un’inibizione/iperstimolazione a livello emozionale, che si manifesta a livello corporeo come sintomo (dolore, contrattura, deficit motori/sensitivi…).

La presa in carico globale della persona, integrando tecniche di tipo energetico come  la Tecnica Bioenergetica secondo il metodo Summa Aurea®  permette di lavorare a livello psico-fisico-energetico attraverso la Bioenergia.

Nel corso del trattamento il paziente entra in uno stato di profonda quiete e rilassamento con modifica dello stato di coscienza (presenza di ritmo delta nelle onde cerebrali).

Il campo elettromagnetico del cuore vibra con coerenza producendo un sistema ordinato di onde regolari e ampie (onde scalari) che fa vibrare in modo coerente il Campo Elettromagnetico del cervello e si determina una propagazione che va a interessare ogni singola cellula dei vari organi del corpo e progressivamente tutti i livelli, fisico, emozionale, mentale, sono automaticamente armonizzati fra loro dal ritmo principale.

Gli effetti più importanti della riarmonizzazione del campo energetico sono rappresentati dal riequilibrio del sistema emozionale, del sistema endocrino, del ritmo sonno-veglia, la riduzione del dolore e della sofferenza emotiva, la migliore consapevolezza riguardo al proprio funzionamento psico-fisico e il recupero dell’equilibrio interiore. 

CONCLUSIONI

Le manipolazioni vertebrali trovano indicazione nella maggior parte delle condizioni di dolore acuto, subacuto e cronico della colonna vertebrale, soprattutto se correlate a una riduzione di movimento.

Presentano, però,  limiti terapeutici, in quanto agiscono in maniera sintomatica e gli effetti benefici sono  di breve durata, mentre le recidive sono frequenti.

Una presa in carico globale integrata e integrativa informazionale permetterà di migliorare la salute generale della persona, di favorire la comprensione delle proprie capacità di auto-trattamento, non agendo esclusivamente sul sintomo, ma facilitando  la guarigione in maniera più profonda, più duratura.

 Migliorare la consapevolezza della persona permette di prendere coscienza e di attivare tutti gli strumenti necessari, finalizzati al conseguimento e al mantenimento di uno stato ottimale di benessere e  salute.

Autrice

Dr.ssa Katya Ondradu

Laureata in Medicina e Chirurgia, Specializzata in Fisica Medica e Riabilitativa, Operatore di Medicina Integrativa Informazionale, Iscritta ad A.I.O.SA.

Bibliografia: 

  • Dolori di origine vertebrale: comprendere, diagnosticare, trattare (2009-R. Maigne)
  • Medicina manuale. Diagnosi e terapia per le patologie di origine vertebrale (2013 R.Maigne)
  • Tutto sulle manipolazioni vertebrali (1994 – R.Maigne)
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  • Roberto Fabbroni, Medicina Energetica: l’informazione che plasma la realtà, Phasar Ed. 2022
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  • Fabbroni R., Teoria del Campo di Consapevolezza Unificata e la possibile conferma dell’esistenza dell’Anima, Rivista Scienze Biofisiche (03/2021), DOI: https://doi.org/10.48274/IBI7
  • Fabbroni R., Sassola A., Capello Lorenzo P., Psicosomatica, PNEI e PNEIS spiegate attraverso la Teoria del Campo di Consapevolezza Unificato – TCCU, Rivista Scienze Biofisiche (03/2021) DOI: https://doi.org/10.48274/IBI11

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